Pescatori vs Delfini, un rapporto davvero impossibile?
Sono anni ormai che i pescatori considerano conflittuale il loro rapporto con i delfini, quasi fosse impossibile convivere o trovare rimedi efficaci per impedire o limitare la competizione alimentare con l’uomo.
Ma è davvero così complicato e insostenibile questo rapporto tra l’ambiente marino, i delfini e i pescatori? Sembrerebbe di si, e proprio in questi giorni alle Isole Eolie è in atto una vera e propria guerra ai delfini, una lotta per la sopravvivenza e la difesa del proprio lavoro.
I pescatori lamentano una presenza massiccia dei cetacei attorno alle Isole, dichiarando di aver subito un calo drastico delle catture nelle acque tra Lipari e Salina e i delfini ne sarebbero responsabili.
I delfini seguono le barche e vanno a caccia dei pesci che restano intrappolati nelle maglie delle reti, le rompono provocando perdite economiche notevoli. I più danneggiati inoltre, sarebbero i pescatori notturni, quelli che praticano cioè la pesca dei totani.
Il fatto che i delfini seguano le barche non è da attribuire necessariamente ad una scarsità di cibo, ma al fatto che i delfini siano in grado di associare la presenza delle barche alla possibilità di cibarsi e soprattutto di farlo senza l’eccessivo spreco di energia dovuto alla caccia.
Cosa si può fare per impedire che i delfini provochino danni , quale è la soluzione più efficace per entrambi, delfini e pescatori?
Da anni si lavora sui cosiddetti “pingers“, strumenti che, collegati alle reti, emettono suoni che dovrebbero essere in grado di tenere lontani i delfini.
Inizialmente l’idea era quella di utilizzare dei segnali acustici che potessero indurre reazioni al livello psicologico, ad esempio le vocalizzazioni dell’orca, nemico naturale dei delfini, oppure l’utilizzo di segnali di stress emessi dagli stessi delfini.
In realtà il progetto di studio iniziale sui pingers non ha prodotto una valida e definitiva soluzione, in quanto lo strumento è risultato efficace solo per un periodo molto limitato (due settimane). Gli etologi ne hanno spiegato il motivo attribuendolo all’assuefazione da parte dei delfini ai suoni emessi dal pinger.
Essendo animali molto intelligenti, i delfini dopo un pò di tempo iniziano a non associare più al suono la presenza dell’orca.
Si è passati quindi ad utilizzare un altro metodo che potesse interferire con il sonar dei cetacei senza creare danni.
Il pinger quindi è stato rielaborato in modo che producesse effetti duraturi nel tenere lontani i delfini, riuscendo a dimostrarne l’efficacia per un periodo molto più lungo (3 mesi).
Pescatori vs Delfini, c’è davvero poco cibo? Un’altra chiave di lettura
Sicuramente il problema pescatori vs delfini non è indifferente e non va sottovalutato, ma l’Aeolian Dolphin Research di Milazzo vuole fornire anche un’altra chiave di lettura.
I cetacei si trovano in cima alla catena trofica marina, e se in questi anni è stato riscontrato un aumento della presenza nelle nostre acque, questo non può che essere anche un indicatore positivo delle condizioni dell’ecosistema marino. Probabilmente questo tratto di mare non è così povero come si potrebbe pensare.
Con questa consapevolezza non possiamo non considerare un fenomeno importante e preoccupante, ovvero lo sfruttamento incontrollato di queste acque: manca un piano di gestione della pesca, manca un piano valido per tutelare questo tratto di mare, magari tramite l’istituzione di un’area marina protetta.
Spesso sentiamo parlare di sequestro di attrezzi da pesca non consentiti, di sequestro di novellame, ovvero centinaia di chili di pesci fondamentali per i ripopolamenti e che invece vengono pescati illegalmente. Occorrono misure efficaci di prevenzione a questa illegalità.
Se priviamo i nostri mari di una cospicua parte di pesci che rappresentano la nostra risorsa ittica, stiamo privando e rubando il futuro al nostro ecosistema marino e a noi stessi.